Esiste una forte connessione tra cibo e mente in termini di condizionamento sull’umore, in generale il cibo si relazione con la mente in tre modi:

  • fornisce al cervello i nutrienti di cui ha bisogno per crescere e generare nuove connessioni;
  • agisce come azione di repressione infiammatoria;
  • promuove la salute dell’intestino che a sua volta è strettamente correlato all’attività encefalica.

Nel 2017 il primo studio al mondo sull’intervento dietetico per la depressione clinica, chiamato studio SMILES, ha scoperto che una dieta mediterranea modificata, che promuove il consumo prevalente di cereali integrali, frutta, verdura, legumi, latticini a basso contenuto di grassi, noci crude non salate, carne rossa magra, pollo, pesce, uova e olio d’oliva, a sfavore di dolci, cereali raffinati, cibi fritti, fast food e carne lavorata ha condotto ad una significativa riduzione dei sintomi della depressione rispetto alla tipica dieta moderna a base di fast food e carboidrati raffinati.

Lisa Schmidt, consulente associata autorizzata, nutrizionista dietista certificata per alimenti integrali e istruttrice presso la School of Social Work dell’Arizona State University, sottolinea che le persone raramente pensano a ciò che mangiano, ad esempio, le persone possono consumare alimenti del fast food in auto mentre si recano sul luogo di lavoro.

Successivamente quando si presentano difficoltà a modulare il rapporto sonno e veglia si ricorre all’assunzione di rimedi per l’ansia o per dormire, trascurando ogni possibile connessione con il cibo.

Due ricercatori dell’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, hanno scoperto che i sentimenti indotti dalla fame possono portare a scoppi d’ira e rabbia quando gli individui si trovano in situazioni stressanti e non sono consapevoli del loro stato.

Consumare troppi zuccheri può aumentare notevolmente i livelli di energia nel corpo, con la conseguenza di generare stati ansiosi o nervosi.

Allo stesso modo, al contrario, il cervello viene privato di energia sufficiente e si possono generare stati emotivi di tristezza, pigrizia, irritabilità.

Mangiare cibi di alta qualità ricchi di vitamine, minerali e antiossidanti potenzia la funzione cerebrale ottimale per supportare il pensiero critico, l’apprendimento e la memoria.

Gli alimenti che vengono consumati con la dieta non influiscono direttamente sulla mente e sui sentimenti, ma a sua volta questo accade sulle prestazioni.

Esiste una relazione molto forte tra cervello e intestino, i ricercatori hanno scoperto che quasi tutta la serotonina è prodotta nel tratto gastrointestinale.

Quest’ultima è un neurotrasmettitore che aiuta a regolare il sonno e l’appetito del corpo, controlla l’umore e previene il dolore.

L’intestino è costituito dalla flora batterica intestinale che in condizioni normali esercita degli effetti positivi, tra cui:

  • proteggere l’intestino dalle tossine e dai batteri patogeni
  • limitare le infiammazioni;
  • promuovere l’assorbimento dei nutrienti dal cibo
  • attivare percorsi neurali tra l’intestino e il cervello.

Quando l’equilibrio tra la flora batterica intestinale viene interrotto, possono verificarsi malattie, per esempio malattia infiammatoria intestinale (IBD), asma, sindrome del colon irritabile (IBS), obesità, sindrome metabolica, diabete e problemi cognitivi e dell’umore.

Impostare una dieta sana ed equilibrata come quella mediterranea può avere risvolti significativi nei casi di depressione.

Il cervello è un organo con un fabbisogno metabolico e nutritivo molto elevato, circa il 20% delle calorie basali totali della giornata.

Molte diete tradizionali si basano su cibi integrali, densi di nutrienti e contengono molti elementi utili all’organismo, la dieta mediterranea è un modello accessibile, ma rappresenta solo un esempio.

Instaurare un rapporto sano e di equilibrio mentale con il cibo si traduce in un’alimentazione sociale, emotiva, fisica.

L’infanzia rappresenta un momento decisivo per instaurare un rapporto sano con il cibo.

I pensieri e le azioni associate al mangiare emergono a causa di fattori che li influenzano durante questa fase di crescita.

Durante la pubertà, i giovani affrontano molti cambiamenti del corpo e sono più consapevoli di sé.

L’impatto della famiglia, dei coetanei e della vita sociale modella i pensieri e i sentimenti dell’infanzia, i messaggi sul peso e l’aspetto che emergono durante la giovinezza influenzano i comportamenti alimentari che portano ad iniziare le diete in giovane età.

Le diete, intese come privazione, conducono ad una percezione negativa, alterata della propria immagine corporea e al coinvolgimento in malsane pressioni sociali.

Mangiare in modo intuitivo è un approccio che utilizza i nostri segnali neurologici di fame e sazietà, che inducono il corpo a segnalare quando e quanto mangiare.

Cibarsi mentre si utilizza la mente per pensare ai segnali del nostro corpo concorre a porre maggiore attenzione sul mangiare cibo correlato alla nutrizione.

La connessione che può essere stabilita con il cibo attraverso l’alimentazione intuitiva rafforza le abitudini alimentari e migliora lo stato di buona salute.

Questo modello rappresenta uno stile di vita che supporta la focalizzazione su mangiare cibo piuttosto che sul controllo del peso.

Questo concetto di approccio alla salute è un modello ideato e studiato dai due dietisti, Evelyn Tribole ed Elyse Resch, nel 1995.

Secondo gli studiosi poche persone sono consapevoli della connessione tra alimentazione e depressione, al contrario comprendono più facilmente la connessione tra carenze nutrizionali e malattie fisiche.

Durante l’anno Novigea lavora attivamente attraverso l’attività social ed eventi a tema, tra gli obiettivi di questo lavoro c’è quello di sensibilizzare su temi dall’importante risvolto nella nostra società, il rapporto che intercorre tra cibo e mente ne è un esempio.

Dott. Maurizio Caggiano

FONTI

Bargh J., A tua insaputa. La mente inconscia che guida le nostre azioni, Bollati Boringhieri, 2018

Ciconte F., Fragole d’inverno. Perché saper scegliere cosa mangiamo salverà il pianeta (e il clima), Editori GLF Laterza, 2020

Hogg M. A. – Vaughan G. M., 2016, Psicologia sociale. Teorie e applicazioni, Pearson, 2016

Kimberley Wilson, Dietary Intervention for depression – The SMILES Trial, 2017

Nicoletti R. – Rumiati R., I processi cognitivi, Il Mulino, 2011

Salomi M., Biases. Errori cognitivi, affettivi e relazionali della vita quotidiana, Kimerik, 2016

Silverthornv D. U., Fisiologia umana – un approccio integrato, Pearson, 2020

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