Le euristiche sono vere e proprie scorciatoie utilizzate per rispondere velocemente e senza l’uso della riflessione ai problemi decisionali. Ora analizzeremo gli automatismi mentali correlati all’alimentazione.

La definizione enciclopedica del termine euristica la descrive come un aspetto del metodo scientifico che comprende un insieme di strategie, tecniche e procedimenti inventivi per ricercare un argomento, un concetto o una teoria adeguati a risolvere un problema dato.

Esistono diversi tipi di euristica: della rappresentatività, della disponibilità, dell’ancoraggio, della simulazione, rispetto alle scelte alimentari questi si incontrano.

Nel XXI secolo l’attenzione per il cibo inteso solo come mezzo per nutrirsi ha subito dei cambiamenti, le persone hanno la possibilità di documentarsi di più grazie al potere della tecnologia, internet, la televisione e tutti i canali dedicati al cibo, per questo le scelte alimentari sono orientate oltre che sul gusto anche su una ricerca che tiene conto di innumerevoli forme.

Per quanto riguarda il cibo, l’euristica viene applicata maggiormente nei processi che riguardano le scelte alimentari, le aziende che si occupano di marketing e pubblicità creano vere e proprie leve su questi aspetti che portano il consumatore ad essere influenzato, in particolare la ricerca di una qualità associata al prezzo.

Nell’associazione mentale è facile ricondurre qualcosa molto salutare al concetto di più costoso, questo meccanismo fa parte delle scorciatoie mentali ma non è detto che da un punto di vista più razionale sia realmente così.

Secondo gli studi di Kahneman e Tversky il soggetto di fronte a delle scelte è influenzato dal contesto in cui si trova, inoltre fare la spesa richiede di dover prendere innumerevoli decisioni rispetto alle quali è più semplice e rapido intraprendere scorciatoie mentali.

Un elemento importante che influenza le scelte alimentari durante la spesa è il tempo a disposizione, spesso è sempre meno, l’impatto del tempo di esposizione sul ricordo è stato quantificato recentemente da una società specializzata nella rilevazione dei contatti visivi, Lumen Research.

I ricercatori che costituiscono il gruppo hanno analizzato 100.233 impressioni visive

di annunci pubblicitari e hanno notato che se un annuncio viene osservato per meno di un secondo, solo il 25% delle persone se lo ricorda, ciò dimostra che se qualcosa compare sul nostro campo visivo non è detto che venga visto per davvero.

Ricerca psicologica sull’euristica del cibo negli automatismi mentali

John Darley, psicologo statunitense, conosciuto per i suoi studi sul comportamento, spiega che se il tempo a disposizione è poco e intervengono fattori emotivi quali l’ansia, l’agitazione, la fretta si perdono momentaneamente le capacità di processare appieno altre informazioni, chi va di fretta è distratto.

La teoria economica classica postula che quando le persone prendono decisioni, pesano molti criteri differenti.

Applicato alle scelte alimentari, le persone hanno l’opportunità di attribuire priorità differenti al prezzo, l’attrattiva sensoriale, la convenienza, la familiarità e le preoccupazioni per la salute.

Poiché le persone possono concentrarsi solo su una cosa alla volta, quando svolgono più attività possono occuparsi di una sola attività principale, mentre le altre si verificano automaticamente.

Pertanto mangiare come comportamento secondario riflette l’automaticità, piuttosto che un comportamento premuroso o controllato.

Poiché pochissime persone producono la maggior parte del proprio cibo attraverso l’agricoltura, l’allevamento o la caccia, si affidano a fonti commerciali come supermercati, negozi di alimentari e ristoranti.

In un tipico giro di shopping, più della metà del tempo viene speso in vagabondaggi inefficaci, poiché i clienti deviano da un percorso che sarebbe il più breve per reperire la merce da acquistare.

Chi devia di più, compra più del doppio del numero di categorie di prodotti rispetto a chi lo fa meno.

Le euristiche cognitive sulle scelte alimentari si verificano anche nei ristoranti, trattorie o luoghi pubblici dove è possibile consumare cibo, i fattori che influenzano le scelte alimentari sono innumerevoli, ad esempio le insegne e i menù, gli esperti nella progettazione di questi ultimi affermano che la posizione maggiormente ricercata è in alto a destra e qualsiasi cosa collocata lì sarà scelta con maggiore frequenza rispetto al collocamento nella parte inferiore del menu.

Un altro elemento che interviene sulla scelta della pietanza è il prezzo, tendenzialmente se viene applicato uno sconto su alimenti sani aumenta il loro acquisto e il conseguente consumo.

Scegliere con maggior consapevolezza alimentare è molto importante, associata ad una buona dose di attività fisica migliorerebbe in modo significativo lo stato di salute.

Dottor Maurizio Caggiano

FONTI

Beck S. J., La terapia cognitivo comportamentale, Casa Editrice Astrolabio, 2013

Behavioral Research Group, BIAS: Encyclopaedia of Biases and Heuristics, English edition, 2020

Cavazza N. – Guidetti M., Scelte alimentari – Foodies, vegani, neofobici e altre storie, Il Mulino, 2020

J W Schoonahd – J D Gould  – L A Miller, Studies of Visual Inspection, 1973 Jul

Kahneman D. e Tversky A., Prospect Theory: an analysis of decision under risk, Econometrica, 47, p. 263-292, 1979

Kahneman D., Pensieri lenti e veloci, Mondadori, 2012

Lindstrom M., Neuromarketing – Attività cerebrale e comportamenti d’acquisto, Maggioli editore, 2009

Marzi T. – Peru A., Psicologia generale. Capire la mente osservando il comportamento, McGraw-Hill Education, 2019

Pozharliev R. – Cherubino P., La mente del consumatore. Guida applicata al neuromarketing e alla consumer neuroscience, Luiss, 2020

Shotton R., La fabbrica delle scelte – 25 bias comportamentali che influenzano i nostri acquisti, ROI edizioni, 2021

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