L’anoressia solitamente non viene diagnosticata con rapidità perché la persona che presenta il disturbo alimentare in genere non ha consapevolezza di soffrirne, per questo difficilmente chiede aiuto.

Nei casi in cui lo richiede è solitamente perché il disturbo dura già da molto tempo e limita fortemente la sua vita e relazioni sociali.

Le persone che soffrono di anoressia solitamente sono riservate, poco espansive, non amano stare al centro dell’attenzione o farsi aiutare, tendono ad ascoltare gli altri più che a parlare di sé quindi difficilmente esprimono i loro pensieri o paure sul cibo, rendendo così più difficile anche agli altri riconoscere i sintomi.

Esistono però molti sintomi e segnali che possono indicare la probabile presenza dell’anoressia in una persona. Se il soggetto con il disturbo alimentare li riconosce, dovrebbe fare attenzione a non sottovalutarli prima che il disturbo diventi troppo grave.

Quali sono questi sintomi tipici dell’anoressia?

Ci sono moltissimi segnali che funzionano come campanello d’allarme, ma qui di seguito mi concentrerò nel riportarti 8 dei principali sintomi che una persona dovrebbe tenere sotto controllo perché le possono segnalare che probabilmente soffre di anoressia.

1) Rifiutare di mangiare e negare di avere fame

La costante negazione della fame e il rifiuto di mangiare per l’intensa pauradi aumentare di peso o diventare grassi, soprattutto quando si è normopeso o sottopeso, sono segni tipici e importanti dell’anoressia.

Se mangi in orari disordinati, se fai passare abitualmente più di 4/ 5 ore tra i pasti, cercando di resistere alla fame nonostante ne hai molta o di digiunare per più ore possibile, sappi che non sono comportamenti sani e se durano da più settimane non sono da sottovalutare.

2) Avere l’ossessione per il cibo, le calorie e la dieta

L’ossessione è generata dall’eccessiva e costante preoccupazione per cosa e quanto mangiare e dal conteggio calorico fatto per qualsiasi alimento ingerito, che spesso porta chi soffre di anoressia a memorizzare le calorie di ogni alimento.

L’ossessione per il cibo deriva quindi dal “dover controllare” il cibo così da non ingrassare. E’ proprio la paura diventare grassi che porta queste persone a praticare diete estremamente restrittive e privative, che le portano ancora di più ad avere un pensiero fisso sul cibo.

Se ti accorgi di privarti da più mesi di molti cibi, fai attenzione, perché ciò può provocare carenze nutrizionali, che possono alterare l’umore e aumentare il comportamento ossessivo nei confronti del cibo.

3) Praticare rituali alimentari

Il comportamento ossessivo nei confronti del cibo e del peso spesso innesca dei rituali alimentari che servono al soggetto per alleviare l’ansia e provare un senso di controllo.

Alcuni dei rituali alimentari più frequentemente osservati sono:

  • Mangiare lentamente
  • Masticare per molto tempo ogni boccone
  • Non mangiare dopo una certa ora
  • Eliminare specifici alimenti come: la cioccolata, i biscotti, il gelato oppure interi gruppi di alimenti, come per esempio i carboidrati o grassi per la convinzione che possano fare aumentare di peso.
  • Sminuzzare il cibo in piccoli pezzi
  • Bere tanta acqua per saziarsi
  • Pesare, misurare e controllare minuziosamente il cibo
  • Contare le calorie di qualsiasi alimento prima di mangiarlo
  • Mangiare possibilmente da sole
  • Digiunare per molte ore tra un pasto e l’altro
  • Sentirsi forti nel resistere alla fame
  • Saltare i pasti
  • Evitare cene e feste

Se ti riconosci in 3 o più più di questi comportamenti non sottovalutare il problema, fatti aiutare, chiedi aiuto!

4) Praticare eccessivo esercizio fisico

Le persone con anoressia, non fanno sport per tenersi in forma, ma esclusivamente per dimagrire e bruciare le calorie di ciò che mangiano.

Provano infatti un intenso senso di colpa quando non riescono ad allenarsi o a fare attività fisica come da loro programma.

In modo eccessivo non viene praticato solo lo sport ma qualsiasi altra attività motoria che gli permette di bruciare calorie, come: camminare o fare qualsiasi attività che gli permette di muoversi il più possibile.

Tu perchè fai sport? Per la tua salute o per bruciare calorie e dimagrire? Te lo sei mai chiesto?

5) Vomitare per controllare il peso

Vomitare per eliminare il cibo ingerito, diminuire le calorie assunte e “liberarsi dai sensi di colpa” del non essere riuscita a non mangiare, è una delle condotte di eliminazione più frequenti dell’anoressia.

Uno studio su pazienti con disturbo alimentare, ha infatti rilevato che fino all’86% dei pazienti, utilizzava vomito autoindotto, fino al 56% abusava di lassativi e fino al 49% abusava di diuretici (K Jean Forney, Jennifer M Buchman-Schmitt, et all).

Attenzione!

Il vomito autoindotto, che ti sembra un’ottima strategia per perdere peso, in realtà può portare a malnutrizione e a molti altri gravi problemi di salute.

6) Abusare dei farmaci

In alcuni casi, l’anoressia può portare all’uso cronico di alcuni farmaci e pillole dimagranti come per esempio le anfetamine, la caffeina e l’efedrina. Delle sostanze che possono sopprimere l’appetito, aumentare il metabolismo e promuovere una rapida perdita di peso.

I comportamenti di eliminazione del cibo, invece, oltre al vomito autoindotto includono l’uso eccessivo di alcuni farmaci come lassativi e diuretici, utilizzati prevalentemente dopo aver assunto grosse quantità di cibo per diminuirne l’assorbimento e accelerare lo svuotamento dello stomaco e dell’intestino, per aumentare la minzione e ridurre l’acqua corporea e abbassare il peso corporeo.

Mi raccomando!

L’abuso di farmaci oltre a creare dipendenza, combinato con una ridotta assunzione di cibo, può causare come il vomito autoindotto, carenze nutrizionali e problemi di salute.

7) Avere un’immagine del corpo distorta

L’anoressia comporta una percezione alterata della propria immagine corporea, che ovviamente tende ad essere negativa e che porta chi ne soffre a sovrastimare le dimensioni del proprio corpo e a pensare di essere più “grassi” di come in realtà si è.

Per paura di ingrassare, infatti, oltre al controllo ossessivo del cibo, i soggetti con anoressia, effettuano numerose forme di controllo (check) anche nei confronti del loro corpo: si guardano spesso allo specchio o sulle vetrine, hanno un’attenzione focalizzata su pancia e cosce, effettuano spesso misurazioni del corpo, si pesano più volte al giorno, pizzicano il grasso su alcune parti del corpo, si confrontano con il corpo delle altre persone che gli appaiono più magre e sono focalizzate costantemente su quelli che vedono come loro difetti.

Queste forme di controllo del corpo e del peso oltre ad aumentare l’insoddisfazione del corpo, sommate all’eccessiva influenza del peso o delle forme influiscono negativamente sui livelli di autostima e sul tono dell’umore della persona rendendola insicura e spesso triste.

8) Perdere eccessivamente peso

La perdita di peso estrema è la caratteristica principale di chi soffre di anoressia.

Le linee guida per la diagnosi di anoressia considerano rilevante la perdita di peso, quando il peso corporeo è del 15% inferiore al peso previsto di una persona di quell’età e altezza, oppure se l’indice di massa corporea (BMI) è uguale o inferiore a 17,5.

Inizialmente i cambiamenti di peso in una persona con anoressia, possono essere difficili da notare perchè la persona tende a indossare abiti larghi e ad evitare le situazioni sociali.

Se pensi che per essere belli e accettati bisogna essere più magri possibile, ti svelo un segreto: Non è così!

Non è il tuo peso a determinare il tuo valore.

I sintomi che ho riportato sono i primi e più evidenti segni che stanno ad indicare che probabilmente soffri di anoressia.

Se riconosci questi campanelli di allarme, non sottovalutare il problema, quando suonano bisogna ascoltarli.

Chiedi aiuto!

Non aver timore nel farti aiutare, i professionisti come me ci sono per questo motivo, per starti vicino, non lasciarti solo e guidarti!

Dott.ssa Veronica Torricelli

Bibliografia:

Body image assessment using body size estimation in recent studies on anorexia nervosa. A brief review S. Skrzypek, P. M. Wehmeier, H. Remschmidt, (2001)

Manuale di terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione nell’adolescenza (CBT-Ea). R. Dalle Grave, S. Calugi, M. Sartirana (2018)

The medical complications associated with purging. K. Jean Forney, Jennifer M. Buchman-Schmitt, Pamela K Keel, Guido K W Frank, (2016)

Prenota la tua visita specialistica

Articoli simili